La Corte Costituzionale è recentemente intervenuta con sent. n. 113/2015 a far chiarezza sull’obbligo di taratura periodica degli autovelox dichiarando l’illegittimità costituzionale dell’articolo 45, comma 6, del Nuovo codice della strada (Dlgs n. 285/1992), «nella parte in cui non prevede che tutte le apparecchiature impiegate nell’accertamento delle violazioni dei limiti di velocità siano sottoposte a verifiche periodiche di funzionalità e di taratura».
Fornendo un’interpretazione opposta a quanto sostenuto dal Supremo Colleggio, la consulta precisa come «appare evidente che qualsiasi strumento di misura, specie se elettronico, è soggetto a variazioni delle sue caratteristiche e quindi a variazioni dei valori misurati dovute ad invecchiamento delle proprie componenti e ad eventi quali urti, vibrazioni, shock meccanici e termici, variazioni della tensione di alimentazione».
Fornendo un’interpretazione opposta a quanto sostenuto dal Supremo Colleggio, la consulta precisa come «appare evidente che qualsiasi strumento di misura, specie se elettronico, è soggetto a variazioni delle sue caratteristiche e quindi a variazioni dei valori misurati dovute ad invecchiamento delle proprie componenti e ad eventi quali urti, vibrazioni, shock meccanici e termici, variazioni della tensione di alimentazione».
Proprio in considerazione della natura probatoria dell’apparecchio autovelox sarebbe necessario, a detta dei giudici delle leggi, l’obbligo di verifica periodica in quanto sarebbe del tutto irragionevole consentire alle amministrazioni di evitare tarature e verifiche programmate.
Ciò infatti minerebbe in radice «il ragionevole affidamento che deriva dalla custodia e dalla permanenza della funzionalità delle apparecchiature, garantita quest’ultima da verifiche periodiche conformi alle relative specifiche tecniche, con conseguente ingiustificata compressione della tutela dei soggetti sottoposti ad accertamento e dei loro diritti. (© Avv. Dario Avolio)