Una recentissima e autorevole sentenza della Suprema Corte è intervenuta sul tema degli abusi sessuali sui minori e, in particolare, sui profili di responsabilità relativi al genitore che, pur essendone a conoscenza, non impedisca gli episodi di violenza da parte di terzi.
Il caso sotteso alla pronuncia riguarda un processo a carico di una madre la quale, pur essendo perfettamente a conoscenza di abusi sessuali perpetrati da un terzo estraneo ai danni della figlia minorenne, non li aveva mai impediti.
Da qui l’avvio del procedimento penale a suo carico per violenza sessuale fondato sul mancato impedimento dell’evento, ai sensi dell’art. 40, comma 2 c.p., a norma del quale “non impedire l’evento che si ha l’obbligo di impedire, equivale a cagionarlo”.
In motivazione gli Ermellini hanno puntualizzato che “pur non sussistendo un obbligo di denuncia, sussiste l’obbligo di porre in essere tutti gli atti idonei affinché si facciano cessare le condotte illecite”.
Ciò in quanto il genitore ha nei confronti del figlio minore una posizione di garanzia che impone l’obbligo di attivarsi al fine di evitare la commissione di illeciti nei suoi riguardi da parte di terzi dei quali, in caso contrario, diventa concorrente. (© Avv. Dario Avolio)